UN ALLESTIMENTO COSMOLOGICO
QUANDO IL PENSIERO DELL'ARTISTA SI ESPLICA NELL'ORGANIZZAZIONE SPAZIALE DI UNA MOSTRA
In occasione dei cinquanta anni dalla morte della pittrice bolognese Lea Colliva (1901-1975), il Museo Ottocento Bologna ha organizzato una mostra in collaborazione con l’Archivio Bertocchi-Colliva di Monzuno. L’esposizione ha la particolarità di essere la prima vera retrospettiva antologica che affianca tutte le fasi dell’attività artistica della pittrice dall’anno della sua morte, avvenuta nel 1975.
Il percorso espositivo è stato diviso seguendo principalmente il criterio dell’evoluzione stilistica, che nel caso della Colliva assume un profilo lineare ma dal grande impatto, poiché vi sono differenze nette ed evidenti tra ogni suo periodo artistico. In particolare l’allestimento pensato attorno alle opere dell’ultima fase della vita di Lea Colliva cerca di valorizzare, da un lato, il valore unitario del lavoro di quegli anni, dall’altro, la configurazione di tale operato come visione complessiva del mondo in una dimensione cosmologica. Facciamo prima un passo indietro per contestualizzare. Il preambolo all’ultima fase della produzione di Lea Colliva – il punto di svolta nella sua ricerca pittorica che segnare la sua carriera – è la morte del collega e amico Nino Bertocchi, avvenuta nel 1956. Questo avvenimento risulta di rottura per due motivi: da un lato per il dolore lacerante dato dalla perdita di una figura di riferimento così importante per la pittrice, dall’altro l’assenza stessa di Bertocchi apre alla Colliva un periodo di maggiore libertà, che vivrà tutti gli anni Sessanta e Settanta all’insegna di pulsioni creative totalmente nuove rispetto alle abitudini precedenti. Già dalla fine degli anni Cinquanta risulta evidente lo stacco netto rispetto al passato a partire dalla tavolozza, che cambia e si arricchisce di colori, e dalla resa dei soggetti, che vengono concepiti sempre più entro una visione fortemente espressionistica della realtà. In questa fase, che avrà il suo culmine nel 1966, il fulcro delle opere non risulta essere una realtà statica o dai soggetti ben definiti, ma un movimento creatore, e circolare, che si pone come origine stessa delle cose e come modellatore della materia.

Questa fase farà da ponte verso i risultati degli anni Settanta, gli ultimi di vita della pittrice, che morirà nel 1975. La produzione di questo periodo è contraddistinta da una chiarezza e maturità di pensiero, dichiarata anche dall’artista stessa. Ella abbandona quasi totalmente la figurazione per approdare verso quella che lei chiama la sua visione “cosmologica” della realtà, che coglie la realtà nella sua essenza, che in questo caso è la forma stessa, e da cui sorgono tutte le cose. Queste opere risultano interessanti anche per la somiglianza, soprattutto concettuale, che le accomuna, permettendoci di accostarle agli sviluppi stessi delle nuove tendenze artistiche che stavano nascendo tra gli anni Sessanta e Settanta in tutto il mondo. I dipinti di questo periodo potrebbero essere guardati in continuità tra di loro, quasi fossero l’uno il prolungamento dell’altro.
Proprio per questo la Direttrice Francesca Sinigaglia ed i tirocinanti provenienti dall’Università e dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, hanno voluto impostare l’allestimento dell’ultima sezione della mostra al fine di valorizzare l’aspetto sistemico e cumulativo di questo ultimo periodo, volendo favorire la visione complessiva del lavoro, e non uno sguardo singolo e settoriale delle opere. Nel pratico, quindi, i dipinti sono stati disposti liberamente su due pareti senza una distribuzione canonica, ricordandoci quei primi allestimenti anticonformisti prodotti dal Dadaismo e dal Suprematismo. Il risultato finale è proprio la ricostruzione di un volume, di una forma, che tenta di richiamare quel tutto cosmologico ed unitario di cui la Colliva stessa parla nelle sue ultime lettere.

Giuseppe Castrichini
Laureando triennale in Comunicazione e Didattica dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Appassionato di teoria e critica dell’arte.
Bibliografia:
– Ineffabile Lea. Lea Colliva (1901-1975) a 50 anni dalla morte, a cura di Francesca Sinigaglia e Beatrice Buscaroli, catalogo della mostra, Museo Ottocento Bologna, Bologna 2025.
– Furore e Poesia di Lea Colliva, a cura di Giorgio Ruggeri, catalogo della mostra, Galleria Forni, Bologna 1970.