La Società “Francesco Francia” fu, a Bologna, l’associazione artistica più importante tra Ottocento e Novecento. Fu fondata nel 21 gennaio del 1894 e fu intitolata al noto artista1 proprio perché la sua figura racchiudeva perfettamente l’ideale che i fondatori volevano trasmettere nella Bologna dell’Ottocento, riscoprendo un maestro del passato locale e rivendicando l’eredità artistica della città.
La storia della “Francesco Francia” può essere suddivisa in tre periodi principali: dalla fondazione al 1912, anno da ricordare per una modifica interna apportata allo Statuto; dal 1913 al 1922 ovvero il periodo di massimo splendore; infine dopo il 1923 la Società venne ridefinita “Cenacolo Francesco Francia” e fino al 1929 organizzò mostre personali e collettive dedicate ad artisti locali.
A partire dagli anni Trenta, purtroppo, la Società si avviò verso una fase di declino dovuta a varie cause. Tra queste ricordiamo il cambiamento del panorama artistico: tra gli anni Venti e Trenta si affermarono, infatti, linguaggi modernisti e avanguardie che resero quasi marginale il gusto della collezione della “Francesco Francia” e il controllo sempre più evidente del regime fascista. Nonostante ciò, la Società è tuttora presente nella scena culturale felsinea e si è trasformata, nel tempo, nell’Associazione per le Arti “Francesco Francia", anche se non ha più la funzione di grande ente organizzatore di esposizioni cittadine come in passato. Attualmente propone, ad esempio, corsi di storia dell’arte e laboratori nelle scuole e organizza mostre che intrecciano tradizione e contemporaneità. La Società nacque su iniziativa di un gruppo di pittori, scultori e amanti d’arte che, nella maggior parte dei casi, avevano già ricoperto ruoli istituzionali nella Società Protettrice2. Tra questi ricordiamo Tito Azzolini (1837-1907), Giovanni Paolo Bedini (1844-1924), Raffaele Faccioli (1845-1916); ma non solo, anche il Conte Francesco Cavazza (1860-1942), che fu il primo presidente e co-fondatore insieme al Cav. Francesco Rubbiani (1848-1913). Dalla Protettrice fu importato il sistema dell’estrazione a sorte: la Società acquistava una serie di pezzi che erano stati esposti durante le mostre e provvedeva poi ad organizzare una pesca dedicata ai soci amatori. Questo meccanismo dei premi rappresentò un vero e proprio successo per la “Francesco Francia”: si crearono file lunghissime di un pubblico desideroso di vincere meravigliose opere d’arte. Oltre ai cittadini anche le Istituzioni, come il Comune di Bologna, si aggiudicarono opere di grande valore come Autunno di Luigi Bertelli o Notturno di Augusto Majani. Tra i protagonisti indiscussi della Società ricordiamo certamente Alessandro Scorzoni (1858-1933), Fabio Fabbi (1861-1945), Augusto Majani (1867-1959), Coriolano Vighi (1846-1905) e Flavio Bertelli (1865-1941), tutti presenti già a partire dalla prima mostra del 1895. Il primo premio offerto dalla Società (nel 1896) fu assegnato proprio all’opera Culmina Fumant di Majani, uno dei frequentatori più assidui insieme a Bertelli. Quindi alla società “Francesco Francia” presero parte numerosi pittori, scultori e intellettuali che, ai tempi, animavano indiscutibilmente il panorama artistico felsineo. In realtà, le vicende di associazionismo culturale a Bologna avevano origini molto più antiche. Già dal Seicento e Settecento possiamo citare, infatti, importanti iniziative come quella dell’Accademia degli Incamminati dei fratelli Carracci o le cerchie culturali come gli Ottenebrati e l’Accademia dei Vari. Qual era l’obiettivo dei fondatori della “Francesco Francia”? Da un lato sicuramente istituire a Bologna una nuova Società promotrice, a seguito del precedente fallimento della Protettrice di Belle Arti nel 1888 e dall’altro divulgare nuovamente il “culto dell’arte” nella città. La società offriva infatti un vivace luogo di confronto, crescita e soprattutto di esposizione agli artisti locali e avvicinava i cittadini all’arte, organizzando mostre ed esposizioni periodiche. Nel tempo, queste mostre contribuirono inevitabilmente a formare un gusto condiviso e a diffondere nuove tendenze artistiche. 

1 Noto pittore ed orafo del Rinascimento, Francesco Raibolini, detto appunto il Francia. Nacque a Zola Predosa in seno ad una famiglia di artisti e iniziò la sua carriera come orafo, diventando poi capo della Corporazione degli Orafi di Bologna nel 1483. 
2 Fondata ufficialmente nel 1853, la Società Protettrice si inseriva nel clima culturale del Risorgimento con l’intento di raccogliere gli artisti che frequentavano la città e gli amatori del Bello. 

BIBLIOGRAFIA 
Marilena Pasquali, Francesco Francia Associazione per le Arti 1894-1994. Bologna: Edizioni Renografica, 1995. 

Francesca Sinigaglia, “Dalla Protettrice di Belle Arti alla Società Francesco Francia Echi di artisti e amatori tra Otto e Novecento”. In Da Bertelli a Guidi Vent'anni di mostre dell’Associazione Bologna per le Arti, a cura di Stella Ingino e Giuseppe Mancini. Bologna: 2019-2020.  

Anita Russo 
Laureanda in Manager degli Itinerari Culturali presso l’Università di Ferrara. Da sempre appassionata di arte, grazie al mio percorso di studi sto scoprendo quali legami si possono creare tra turismo, arte ed economia. Durante il mio tirocinio presso il Museo Ottocento ho avuto l’opportunità di svolgere un progetto inerente all’articolo che ho scritto: la trascrizione e digitalizzazione dei cataloghi della Società “Francesco Francia”, in particolare dal 1896 al 1922, quindi dal primo periodo fino a quando non venne rinominata Cenacolo “Francesco Francia”. Questa esperienza mi ha permesso di comprendere più a fondo le dinamiche della Società, i suoi concorsi, le sue regole e l’assegnazione dei premi. Ma non solo, grazie alla trascrizione ho potuto approfondire la conoscenza degli artisti più influenti nella Bologna dell’Otto e Novecento e come, nel tempo, le loro opere venissero quantificate economicamente e acquisissero valore.