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Raffaele Faccioli. Regia del Racconto "Verista" | Museo Ottocento Bologna

Raffaele Faccioli. Regia del Racconto “Verista”

Raffaele Faccioli. Regia del Racconto “Verista”

Raffaele Faccioli analizza momento per momento e mette in scena atteggiamenti, comportamenti e abitudini per completare la regia di ciò che ritiene essere una storia vera e definita. Crea una moltitudine di immagini che fanno parte di un’unità, un’opera d’arte che sviluppa un racconto mostrando le scene che costituiscono la storia. Con una cinepresa in mano, l’artista filma le sue storie creando un film con esemplificative inquadrature.

L’artista bolognese ha una produzione artistica fondata sul sentire poetico in sintonia con il suo tempo e su una tecnica espressiva tradizionale, ma il suo linguaggio artistico possiede una chiave di lettura moderna: le sequenze cinematografiche che compongono le sue opere sono “scritturate come romanzi”, scrivere romanzi di vite vissute, di quotidianità, di affetti, di gioie, di dolori, di incontri, di attese, di abbandoni; questa è stata la rivoluzione estetica di Faccioli. Vivere una vita di rapporti familiari, amicali e di lavoro, in cui l’onestà e il rispetto professionale hanno fanno di lui un artista amato dai suoi contemporanei, per la sua arte e per sé stesso, come essere umano oltre che come artista.

I colombi di San Marco, 1873, olio su tela, collezione privata

Raffaele Faccioli nasce e si forma in un periodo eccezionale di rivoluzioni artistiche e ha saputo cogliere gli insegnamenti propri del cambiamento. Assorbe tutte le evoluzioni possibili partendo dallo studio e dagli stimoli degli ambienti fiorentini, romani e napoletani e dall’amicizia profonda con Luigi Serra, artista suo coetaneo, che vedeva nel “vero” lo strumento fondamentale per innovare e andare “oltre” il quadro storico. E Faccioli è molto sensibile alla problematica del rinnovamento del quadro storico, perché in questo “vecchio” modo di fare arte capisce che sono concentrati i limiti dell’espressione dell’artista rispetto all’evoluzione dei tempi. Faccioli, infatti, è convinto che il suo lavoro d’artista deve innanzitutto essere finalizzato a captare la vita e la storia profonda dei personaggi che rappresenta, siano essi storici o contemporanei. I colombi di S. Marco, conosciuto anche come Le ore due nella piazza San Marco, l’artista filma il gioco del ragazzino popolano che fa scappare gli uccelli accorsi per il cibo gettato dai turisti, oltre a tagliare in due il dipinto, separa il gruppo dei borghesi che offrono cibo ai volatili, da quello che sta arrivando per visitare la famosa piazza.

Le concerie di via Capo di Lucca, s.d., olio su tela, 126×68 cm, Museo Ottocento di Bologna

Nell’opera Conceria in via Capo di Lucca compie la “ripresa” dalla strada e non dal canale. Racconta la vita popolare immersa in una tranquilla giornata di sole e ne descrive l’ambientazione distinta dalle umili dimore e l’attività della concia delle pelli. Intanto, si verifica un altro evento: ci sono i Carabinieri sullo sfondo che richiamano dei giovanotti intenti a fare dei tuffi nel torrente, e questo accaduto porta a irrompere nella serenità dell’ambiente. E’ questa giovane e vivace libertà che segna una giornata di lavoro. Racconta e inscena la società popolare più umile, concreta e vera, una vita che egli stesso ha condiviso e ha vissuto, una vita che ritenne necessaria da mostrare.

Fuoco alla fattoria (chiaro di luna) narra invece una vicenda drammatica: le stanze di un cascinale di campagna stanno prendendo fuoco. Un piccolo gruppo di contadini si accinge a intervenire per spegnere l’incendio. L’incendio aumenta, altri contadini arrivano insieme alle donne e ai ragazzi: le fiamme sono alte e il fumo esce dalle finestre. Il fuoco si è ridotto a un piccolo bagliore. La folla che guardava, prima, con ansia, non si muove, resta al suo posto, impietrita.

Faccioli ha recepito cosa significa macchina da presa e scrittura cinematografica. I suoi dipinti seguono infatti una sceneggiatura precostituita e le riprese non sono fotogrammi come scatto a sé stante, ma un “insieme” di immagini capace di costruire un racconto.

Fuoco alla fattoria (chiaro di luna), s.d., collezione privata

Elisa Zoboli

Bibliografia

Stivani Paolo, Raffaele Faccioli 1845-1916, Catalogo Della Mostra Antologica di Palazzo Re Enzo, Re Enzo Editore, Bologna 2001

Isabella Stancari, Il Primo album fotografico Belluzzi e i pittori bolognesi della Seconda metà del secolo XIX, Bollettino del Museo civico del Risorgimento, Bologna, 2020

Francesca Sinigaglia, Museo Ottocento Bologna. Guida al Museo, Pendragon, Bologna, 2023 pp. 29-31