Il raro olio di Dudovich

Fin de siècle. Il mondo sta cambiando, ci si avvicina sempre di più al punto di svolta: il Novecento. L’ambiente culturale della Belle époque avverte i profondi mutamenti del periodo e si prepara all’avvento del modernismo e delle Avanguardie, le quali porteranno una rivoluzione nel panorama artistico del nuovo secolo.
In questo contesto si inserisce la figura di Marcello Dudovich, grande cartellonista nato a Trieste nel 1878. 

Sin dalla giovinezza, egli dimostra un forte interesse per l’arte ed entra a far parte del Circolo Artistico Triestino. Nel 1896 compie un viaggio di studio a Monaco che si rivela decisivo per la sua maturazione, poiché entra a contatto con l’evoluzione delle arti figurative in Germania.

In questi anni, infatti, in città come Vienna e Monaco di Baviera, si parla di “Secessione”: un fenomeno di rottura promosso dagli artisti nei confronti delle istituzioni accademiche dominanti. Il Liberty si afferma come stile prediletto dai Secessionisti e influenza profondamente la produzione di Dudovich, in particolare quella cartellonistica. Infatti, tornato in Italia, inizia a collaborare con le Officine Grafiche Ricordi di Milano, dove apprende le tecniche cromolitografiche e realizza i suoi primi manifesti.

Ma la vera svolta avviene alla fine del secolo, quando l’artista triestino si trasferisce a Bologna per lavorare nella ditta litografica di Edmondo Chappuis, editore giovane e visionario. Intorno all’Atelier Chappuis si raduna il meglio del mondo artistico felsineo, diventando un polo di attrazione e un nucleo di diffusione di idee.
In particolare, l’ambiente artistico locale si apre alle novità d’oltralpe e l’attenzione degli artisti è rivolta verso la dimensione internazionale dell’Art Nouveau. Grazie a tale tipografia e alla circolazione di riviste d’avanguardia, Bologna diventa un centro fondamentale per la cartellonistica e la diffusione dello stile Liberty
in Italia.
Bologna diventa per Dudovich luogo di sperimentazioni, influssi e incontri. Infatti, proprio in questi anni, l’artista conosce Elisa Bucchi, detta “La Faentina”: una giornalista di moda, dai capelli castani, proveniente da Faenza. Il triestino rimane profondamente affascinato dalla donna, la quale presto diventa sua modella, musa e, successivamente, moglie. Nella produzione di Dudovich molte delle figure femminili da lui rappresentate si ispirano a lei, ma Elisa Bucchi non si trova solo nei manifesti. Infatti, sebbene l’artista sia famoso per la cartellonistica, non vanno dimenticate o sottovalutate le sue opere pittoriche. Nei dipinti si riconoscono i modelli secessionisti e modernisti, la scelta dei soggetti è varia e, spesso, le donne sono le protagoniste principali. Prima fra tutte la “Faentina”.

Fotografia di Elisa Bucchi

La presenza della moglie al di fuori dei manifesti è dimostrata da un quadro esposto al Museo Ottocento Bologna, intitolato Autoritratto con Elisa Bucchi in Piazza San Domenico e firmato M. Dudovich. Il rarissimo olio su tela ritrae l’artista insieme alla futura moglie, entrambi in eleganti abiti da sera, mentre si appoggiano
alla balaustra del balcone, probabilmente per prendersi un momento di pausa dalla festa che si svolge all’interno. Lo sfondo è dominato da Piazza San Domenico, con la Basilica e l’arca gotica del glossatore Rolandino de’ Passeggeri.
In questo frammento di vita della Belle Époque, caratterizzata da lusso ed eventi mondani, ritroviamo un istante di intimità tra due giovani innamorati, alla ricerca di un momento di quiete.
Sebbene si tratti di un autoritratto, la figura di Dudovich è adombrata dalle due vere protagoniste dell’opera. La prima è indubbiamente Elisa Bucchi, illuminata da un potente fascio di luce che esalta la sua bellezza ed eleganza, e la seconda, seppur sullo sfondo, è Bologna. Il raro olio potrebbe, quindi, racchiudere un omaggio, ma anche una dichiarazione di affetto alla donna amata e alla città che ha accolto ed incantato il
famoso artista.

                                                                                                         

       Testo a cura di Marta Ferrarini

Fonti:
– R. CURCI, Marcello Dudovich: cartellonista. 1878-1962, Trieste, Cassa di Risparmio di Trieste, 1976
– Il Liberty a Bologna e nell’Emilia-Romagna: architettura, arti applicate e grafica, pittura e scultura, Bologna, Grafis Edizioni, 1977
– M. P. MARZOCCHI, G. PESCI, V. VANDELLI, Liberty in Emilia, Modena, Cassa di Risparmio di Modena, 1988
https://marcellodudovich.it/
https://www.treccani.it/enciclopedia/marcello-dudovich_%28Dizionario-Biografico%29/
https://www.storiaememoriadibologna.it/le-modelle-di-dudovich-elisa-e-rosina-844-evento