AMORE FELINO: METAFORA DI UN AMORE ESTIVO

La Serenata non è un semplice quadro con due gatti come soggetto: è una vera e propria metafora amorosa, un racconto sentimentale espresso attraverso ombre e colori. L’artista, Raffaele Faccioli, sceglie di rappresentare una scena apparentemente normale – due gatti sopra un tetto di notte – per evocare la passione e la tenerezza del corteggiamento. Il gatto maschio, con il suo mandolino tra le zampe intona una dolce melodia nel tentativo di conquistare la sua amata, che appare dietro una grata immersa nella penombra. È un amore fatto di distanza e desiderio, come una serenata che non sa se troverà risposta, sospesa tra sogno e realtà.
Faccioli, nato a bologna il 27 dicembre 1845 e formatosi presso il collegio Venturoli, fu un artista attento ai profondi cambiamenti culturali e sociali dell’Ottocento. Pur consapevole dei limiti dell’arte di fronte ad una società in continua trasformazione, riconobbe nella pittura una missione più intima: raccontare la vita interiore, le emozioni e i sentimenti che si nascondono dietro i gesti più semplici. Questa sensibilità lo portò a sviluppare un linguaggio pittorico personale, capace di fondere realismo e poesia, ma anche tecnica e introspezione.
Nel panorama artistico italiano, Faccioli è ricordato per la sua delicatezza narrativa e per la fine sensibilità.
La Serenata si inserisce nel clima del Simbolismo, movimento che proprio in quegli anni iniziò a prendere piede anche in Italia, privilegiando l’espressione del sentimento e della dimensione interiore attraverso immagini evocative e allusive.

Faccioli Raffaele, La Serenata, s.d., olio su tela, 70 x 43 cm, Museo Ottocento Bologna

In questo dipinto, Faccioli riprende il motivo classico della serenata all’amata e lo reinterpreta con ironia e tenerezza, affidando la rappresentazione dell’amore al mondo felino. I gatti, noti per i loro “canti” amorosi nelle notti d’estate, diventano simboli universali del desiderio e della dolcezza, creature che uniscono istinto e sentimento. Il gatto maschio, con lo sguardo rivolto verso la finestra e il corpo inclinato verso l’amata, è avvolto da un’atmosfera di quiete e contemplazione, la luna è coperta dalle nuvole e dei fiori incorniciano la scena: un segno di rinascita, speranza e promessa d’amore. La gatta femmina, invece rimane al di là della grata, in uno spazio separato ma non distante, come simbolo di un amore proibito o irraggiungibile, che tuttavia conserva tutta la sua forza e intensità.
L’immagine richiama con forza la celebre scena del balcone di Romeo e Giulietta di Shakespeare: come nella tragedia, anche qui, i due amati sono divisi da una barriera, ma uniti dal desiderio e dalla parola. Il tetto si trasforma in un palcoscenico sospeso, dove la musica si va a sostituire alle battute del dramma, e i gatti diventano i due amanti veronesi. Come Romeo, il gatto offre alla sua amata una dichiarazione d’amore sincera e appassionata, mentre la gatta come Giulietta, ascolta dietro la finestra, combattuta tra prudenza e desiderio di lasciarsi andare ai sentimenti. È forse questo che si stanno promettendo su quel tetto: un amore eterno, capace di superare ogni distanza, e di vivere, almeno nel sogno, liberi da ogni ostacolo.

Dicksee Frank, Romeo and Juliet, 1884, olio su tela, 171 x 118 cm, Southanpton Art Gallery

Bibliografia
Paolo Stivani (a cura di), Raffaele Faccioli 1845-1916, catalogo della mostra 11 novembre 2001 – 6 gennaio 2002, Associazione Bologna per le Arti, Re Enzo editrice, 2001.
Sinigaglia Francesca, Maria Stella Ingino (a cura di), Guida Museo Ottocento Bologna, Pendragon, 2023.

Giuliano Colò
Laureando in Lingue e Letterature Moderne presso l’Università di Ferrara. Appassionato di arte e letteratura dell’Ottocento, e grazie al tirocinio presso il Museo Ottocento Bologna ho avuto modo di “viverlo”.