STORIA E ARCHITETTURA DI VILLA GUARIENTI
Su un’incantevole propaggine del monte Baldo (Punta San Virgilio), nel veronese, si erge la suggestiva residenza di Villa Guarienti.
Eretta nel 1540 e voluta dal colto Agostino Brenzone, passata poi nelle mani dei conti Guarienti, si presenta come una costruzione dalle forme semplici e severe e impreziosita da un giardino tipicamente settecentesco – probabilmente dovuta al gusto e alla mano di Michele Sanmicheli (Verona, 1484 – Verona, 1559), una figura di spicco tra gli architetti veronesi del 1500.
Essa è costituita da un parallelepipedo attraversato in profondità dallo scalone centrale, ai cui lati si distribuiscono diversi ambienti, uno dei quali è rivolto verso il lago. Del complesso fanno parte alcuni edifici rusticali, come le barchesse (edifici rurali di servizio) poste sul lato nord del giardino antistante la villa.
VILLA GUARIENTI E IL LEGAME CON ALFREDO SAVINI (1910-1914)
Alfredo Savini (Bologna, 1868 – Verona, 1924), pittore bolognese e figlio d’arte, si colloca nel contesto di Villa Guarienti grazie all’elegante decorazione da lui dipinta nella loggia della villa stessa.
Savini era profondamente legato a questo luogo anche grazie all’amicizia con il suo committente, come si evince da alcune lettere della figlia:
“Il conte Guglielmo Guarienti di Brenzone, che tanto apprezzò la sua arte e gli fu amico e mecenate, gli affidò l’incarico di dipingere, oltre a una sala interna, anche il loggiato della sua villa a San Virgilio prospicente sul lago, che mio padre, affrescò con le simboliche raffigurazioni degli elementi: la nube, il vento, la raffica, con una poetica concezione”[1]
Il contratto per la decorazione della Villa fu stipulato del novembre del 1910, prevendendo la decorazione del loggiato inferiore del Palazzo, da realizzare con l’impegno massimo di Savini entro il 1914, avvalendosi della tempera all’uovo che si caratterizzava da una tenuta maggiore – come da nota in una lettera dello stesso artista:
“[…]la pittura la quale ottenuta a velatura e non a corpo, si presenterà più penetrante e impossibile a screpolarsi”[2]
Soffitto della sala da pranzo di Villa Guarienti, 1911, tempera all’uovo, Alfredo Savini
Partendo dalla sala da pranzo, Alfredo completò prima la decorazione interna dove inscenò un vero e proprio concerto ideale: immaginò un fregio continuo dove una schiera di virtù musicanti canta, incorniciato da tralci di melograni e amorini (immagini sopra); le figure dipinte secondo lo stile secessionista sono intente a intrattenere con il loro canto i pasti privati e pubblici del Conte Guarienti.
Successivamente, terminata la sala da pranzo, Savini iniziò gli studi decorativi della loggia, che terminò nel dicembre del 1913: si ripropose di procedere con la rappresentazione, in stile del tutto rinascimentale, la storia della famiglia Guarienti (da una parte il leone, simbolo di famiglia Brenzone e dall’altra il toro dei Guarienti) – I riferimenti ai proprietari della villa e all’esecutore del ciclo sono ubicati nei medaglioni superiori della decorazione:”Co.S Gul.us Guarientus De Brenzoniis”, “Aug.o V.o De Brenzoniis Vigilii Co.ti”, “Alf.us Savinus Pinxit”.
Interessanti da scoprire infatti sono i vari bozzetti che Alfredo realizzò per le stanze da decorare: uno dei bozzetti, ancora di proprietà degli eredi, ricorda molto lo studio sulle piante di melograno della volta, a cui si possono accostare anche gli Angeli Musicanti (oggi conservati presso la Chiesa di san Giovanni a Valle)
Le decorazioni della loggia, concepite come un ciclo coerente e definito furono poi divise spazialmente in sei grandi lunette, impreziosite da elementi architettonici dorati; ogni riquadro fu poi suddiviso a sua volta in 4 vele, occupate da soggetti principali – le figure antropomorfe – e secondari – le Sibille, che sembrano narrare gli eventi naturalistici (che sono direttamente collegati con la villa) attraverso le personificazioni della natura come le nubi e il vento.
Questi ultimi sono presentati come personaggi sereni e maliziosi e sono accostati a figure situate nello spazio centrale, rappresentanti i fulmini e i tuoni: ricorrente fu quindi l’utilizzo da parte del pittore del linguaggio naturalistico – ideale per immaginare un ciclo decorativo spiccatamente originale e dalle sfumature secessioniste.
Studio sulle Sibille di Villa Guarienti
NOTE
[1] Laura Savini, 1974, Archivio Diocesano di Verona, Fondo Savini
[2] Convenzione fra i Sigg.ri professore Alfredo Savini fu Alfonso,
Direttore dell’Accademia Cignaroli, e il Conte Alessandro Guarienti
fu Giuseppe, novembre 1910, Archivio Diocesano, Verona,
Fondo Savini.
BIBLIOGRAFIA
Sinigaglia Francesca & Ilaria Chia (a cura di), Dinastia Savini, catalogo della mostra a Museo Ottocento Bologna, Bologna, 18 ottobre 2024 – 5 maggio 2025, Museo Ottocento Bologna, 2024.
https://www.culturaveneto.it/it/beni-culturali/ville-venete/5d9485913408bbc4405b901b per le informazioni sulla costruzione e la struttura di Villa Guarienti.
Sofia panizzo – studentessa laureanda alla facoltà di scienze della comunicazione all’Alma Mater studiorum di Bologna; appassionata d’arte, di comunicazione e di pubblicità