Ogni data un ricordo: gli Anniversari e la Memoria
Le attività che animano il Museo Ottocento Bologna sono numerose. Per quanto riguarda la parte dedicata alla Comunicazione e ai social abbiamo pensato di posare lo sguardo su alcuni quadri presenti nella Collezione permanente, ricordando così, allo stesso tempo, gli anniversari di nascita e di morte dei loro autori. Il mese di maggio ha come protagonisti: Antonio Maria Nardi e Luigi Busi.
Quattordici maggio
A 128 anni dalla data di nascita di Antonio Maria Nardi, siamo di fronte all’evidenza di come la rappresentazione della grazia femminile non passi mai di moda.
Antonio Maria Nardi, Ritratto della Signora Clara Pasquini, 1940, olio su tavola, 130 x 80 cm, Museo Ottocento Bologna.
Molto spesso l’arte ufficiale del Regime non risponde al gusto di una comunicazione intima specie nei ritratti, per via di alcuni legami mentali con una “presentabilità” ufficiale che porta con sé varie sfumature di una certa freddezza, forse non solo apparente. Il ritratto di Clara sembra eludere questi valori, in fondo poco pittorici, a favore di una presenza vagamente ingombrante e di un’eleganza che parla quasi di ritrosia. La donna non pare in posa, il fondo dal colore trascurato si richiama però all’angolo di tappezzeria della poltrona e al motivo, molto sobrio a dire il vero, della sua gonna.
Poche cose esprimono la raffinatezza di questa signora che guarda altrove, forse un po’ timida (e parla di questa timidezza il braccio quasi a disagio sul fianco): la mano ingioiellata con semplicità sul bracciolo e il chiaro della camicetta che contrasta con il nero dei giovani capelli. Resta che la delicata sinfonia dei chiari illumina di leggiadria non ostentata la signora Clara; lei, nella sua semplicità, pare consapevole del fatto che non è necessaria una mise particolare per apparire ma che è una camicetta bianca a fare la differenza e a parlare di una squisita eleganza.
Dipinto di Antonio Maria Nardi (1897-1973), Ritratto della Signora Clara Pasquini del 1940 presso il Museo Ottocento Bologna.
I numerosi segreti di questo Ritratto sono spiegati nella Guida al Museo, qui a Museo Ottocento Bologna, tutti i giorni dalle 10 alle 19.
Trentuno maggio
Il 31 maggio ricorre l’anniversario della morte di Luigi Busi (1837-1884) e noi lo ricordiamo con questo delicato acquarello, Le gioie materne che rappresenta un momento di intimità nella quale convivono femminilità e maternità, come aspetti della stessa dimensione di vita.
Luigi Busi, Le gioie materne, s.d., acquerello su carta, 36 x 26 cm, Museo Ottocento Bologna.
Due giovani donne intrattengono un bebè sollevato con decisione da una di loro. Rapide pennellate sottolineano la delicata cromia di tutta la composizione. Un movimento a spirale di estrema vitalità viene ribadito, reso quasi più energico, dal paravento che si impadronisce del campo. Il disordine della stanza, accennato ma evidente, convive con l’idea del disordine che l’accudire un neonato porta con sé. Il risultato è una lieta confusione di gesti e sguardi tutti concentrati sul bambino. A terra giace un ventaglio, un altro è sventolato dalla signora in piedi. Le vesti si indovinano ricercate anche nel loro stile maison.
Il pittore, che affronta ogni sorta di tematica sia storica sia pubblica, si sbilancia qui su una scena familiare esaltandone l’importanza. La sua opera descrive così, a tutto tondo, il gusto di una società. Quella bolognese del diciannovesimo secolo, particolarmente incline al piacere domestico e alla compagnia conviviale. L’immediatezza della pennellata, vorticosa e insinuante, lanciata a brevi e chiari tocchi, racconta con un vigore che sorprende e alleggerisce la percezione di uno di questi attimi di intimità, facendocene partecipi.
Dipinto di Luigi Busi, Le gioie materne, s.d. Esposto nella Collezione permanente del Museo Ottocento Bologna.
Se come noi amate perdervi tra le delicate cromie di una tenera rappresentazione, allora il Museo Ottocento Bologna fa per voi. Questo gioiellino in città apre le sue porte tutti i giorni dalle 10 alle 19.
Per concludere, la panoramica esposta parla di un mondo artistico capace di intrattenere gli animi e di trasmettere valori che ancora non vengono a noia, in quanto abito mentale di una cultura viva e palpitante.
Olga Di Cosmo
Laureata in Filologia Moderna, corso di laurea magistrale presso l’Università di Bologna. Ha conseguito un diploma allo IED di Milano in Design degli interni. Attualmente frequenta un Master in Pubblicità, comunicazione e creazione di eventi tenuto dall’Università di Firenze.
I suoi principali interessi di ricerca riguardano il design, il colore, l’arte e la comunicazione come mezzi per diffondere tutto ciò che abbraccia la conoscenza e il bello.