Lettera privata di Augusto Majani alla R. Accademia di Belle Arti di Bologna
Illustrissimo signor presidente della R. Accademia di Belle Arti di Bologna,
Dieci anni or sono, quando mi rimaneva un solo anno per ultimare gli studi dell’Accademia che si onora di essere presieduta dalla S.V. Illustrissima, decisi di abbandonare l’Arte perché disperavo di diventare un artista anche mediocre.
In seguito, non trovando nella vita altro conforto all’infuori dell’Arte, sentii il bisogno di riprendere da solo la via abbandonata, e con grande volontà e immenso amore ritornai allo studio.
Se adesso dopo dieci anni mi trovo ancora immensamente lontano dalla meta che mi sono prefissato di raggiungere, non vedo però davanti a me, come una volta, un avvenire molto fosco, specialmente ora che quest’Accademia da me abbandonata in un momento di sconforto, non solo mi perdona, ma altamente mi onora chiamandomi a far parte dell’eletta compagnia d’artisti di cui essa si compone.
Questo grande onore mi da’ forza onde proseguire con maggiore volontà e coscienza nel difficile cammino, il quale se per pochissimi è sempre coperto di rose, non è però sempre ingombro di spine per i volonterosi e gli onesti.
Accetti la S.V. illustrissima i miei più vivi ringraziamenti che partono proprio dal cuore.
Con grandissima considerazione e devozione mi pregio professarmi della S.V. illustrissima devoto e obbligato,
Budrio 21 luglio 1898
Augusto Majani
(Da Archivio Accademia di Belle Arti, 1898 – Accademici residenti e Accademici d’Onore)
Si tratta della risposta di Augusto Majani (Budrio, 1859 – Buttrio, 1959) alla proposta di diventare un Accademico d’Onore presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Parole che sconcertano per purezza e commozione, che lasciano trasparire un animo gentile e carico di entusiasmo per un futuro sì incerto ma «non ingombro di spine per i volonterosi e gli onesti», quale egli si sentiva, poiché allineato alle passioni dell’Arte. Egli si dimostrò grato e, allo stesso tempo, estremamente stupito per l’onorificenza ottenuta, poiché, come racconta lui stesso, aveva da giovane abbandonato il cammino di formazione bolognese per raggiungere Roma.
Come traspare dalla lettera, anche i più grandi maestri, durante il loro percorso, hanno maturato dubbi e inquietudini, forse più di altri.
È con piacere dunque che riporto questo breve passo, che inaugura la Rivista online del Museo Ottocento Bologna. Auguro a tutti, in particolare ai tirocinanti dell’Università di Bologna che si occuperanno di scrivere nella Rivista, che il difficile cammino possa essere roseo, che le inevitabili spine non ci pungano troppo, e che le parole di Majani siano di ispirazione e stimolo per noi tutti, onesti e volonterosi amanti dell’Arte.
Francesca Sinigaglia