RITRATTO DELLA SIGNORINA TERESA VIGNOLA

Fig. 5, Dettaglio Ritratto della figlia 
Fig. 4, Dettaglio Ritratto della figlia
Fig. 3, Dettaglio Ritratto della figlia

Alfredo Savini era un noto pittore italiano che nacque nel 1868 a Bologna e frequentò l’Accademia di Belle Arti. Nel 1900 si trasferì a Verona dove si sposò e fu nominato direttore dell’Accademia di Belle Arti Gian Bettino Cignaroli di Verona.  Al periodo veronese di Savini è possibile ricondurre l’olio su tela intitolato Ritratto della Sig.na Teresa Vignola (Fig.1), realizzato probabilmente in seguito della commissione avuta dall’amico Filippo Nereo Vignola.

Teresa Vignola, figlia di Filippo Nereo Vignola (1873-1942) (nota 1), nacque il 19 dicembre 1899 a Verona e si sposò, sempre a Verona, con il capitano Umberto Presti il 27 aprile 1922 (nota 2).

Teresa è rappresentata come una bellissima e affascinante giovane donna in abiti scuri. La donna è stata ritratta mentre alza la veletta del cappello con la sua mano destra lasciando intravedere i suoi capelli rossi, simbolo di sensualità e di libertà, e i suoi occhi chiari e malinconici che si dirigono verso un altrove sconosciuto. Inoltre, la particolare posa in cui è ritratta la “donna in nero”, ovvero la forma a S, richiama la linea serpentinata del Liberty.

Nel dipinto Teresa sembra avere un’età compresa tra i 16 e i 19 anni quando, come dice il titolo, era ancora una ‘signorina’ in quanto si sposò a 22 anni. Nonostante la giovane età, la donna rappresenta un’immagine eterea, avvolta in un’atmosfera silente e di mistero.
L’immagine è trasportata in un clima di sentimenti e di emozioni che introducono una pittura inquieta e vibrante, in questo caso rappresentata simbolicamente dal vento che sposta le fronde degli alberi di limoni in un giardino privato, probabilmente a Punta San Vigilio, dove si consuma la solitudine della donna.

Il quadro è stato collocato cronologicamente tra il 1915 e il 1918 (nota 3) e gli è stato attribuito il titolo originale, ovvero Ritratto della Sig.na Teresa Vignola, così come appare nel catalogo della prima Esposizione Pro Assistenza Civica (nota 4).

Successivamente alla mostra del 1918, diversi titoli e datazioni sono sono stati assegnati al dipinto:
1. Figura femminile in nero, 1903 (nota 5);
2. Figura femminile in nero – sul retro Ritratto della figlia (nota 6) ;
3. Ritratto di Emilia Vignola, 1903 (nota 7). Siccome il nome Emilia appare citato qui per la prima volta accanto al cognome Vignola sono state effettuate delle indagini per verificarne l’attendibilità prendendo prima in considerazione i dati anagrafici disponibili e poi raccogliendo memorie e testimonianze presso la famiglia Miolato-Vignola. Nonostante ciò, non è stata trovata dimostrazione certa rispetto all’ipotesi che l’effigiata possa essere Emilia.
4. Signora Teresa Vignola (nota 8);
5. Emilia Vignola, 1909 (nota 9);
6. Signora Teresa Vignola (nota 10).

 

Recto e verso, chi si nasconde dietro a Teresa Vignola?
La peculiarità che contraddistingue quest’opera è che Ritratto della Sig.na Teresa Vignola corrisponde al recto, mentre, sul verso, è presente un altro dipinto intitolato Ritratto della figlia. La protagonista del dipinto, il cui titolo Ritratto della figlia è stato rinvenuto in un vecchio cartiglio, è Laura, la figlia maggiore di Alfredo Savini, in un’età compresa tra i 10 e i 12 anni (nota 11). Dunque si suppone che la datazione dell’opera possa collocarsi tra il 1913 e il 1915.

La ragazza, posta di tre quarti, indossa un cappottino rosso e un grande cappello nero che le incornicia il viso piccolo e dolce e rivela un’espressione un po’ malinconica, caratteristico di una bambina impaziente di abbandonare la posa da modella richiesta dall’amato padre. 

 

Ipotesi sulla genesi dell’opera (nota 12) 
Ricostruire le tappe della realizzazione del doppio ritratto è stato tanto complesso quanto è si è dimostrato sorprendente il risultato.

Un’analisi approfondita del supporto, il quale consiste in una tela di lino a trama e ordito a “saia diagonale”, ha rivelato che Savini avrebbe dipinto in un primo momento il verso della tela che ritrae la figlia Laura e, successivamente, il recto con Teresa Vignola.

Le restauratrici della Galliera hanno effettuato una serie di osservazioni a seguito delle deformazioni subite nel tempo dal supporto proprio a causa della duplice dipintura. Sulla base di queste è stato possibile concludere che l’artista abbia teso inizialmente la tela dal lato posteriore, applicando lui stesso una sottile preparazione propedeutica alla stesura del colore in quando la superficie appariva grezza e priva di preparazione.

Durante l’indagine la tela è stata schiodata dall’attuale telaio di legno così da poter analizzare meglio il retro nella sua interezza. E’ stato così appurato che il dipinto, sul verso, che ritrae la figlia del pittore è più lungo e stretto rispetto a quello sul recto. Si nota, infatti, che l’asta inferiore del telaio nasconde oggi le scarpe della bambina avvolte sul listello di fondo e la firma dell’artista apposta in basso a destra (fig.3).

Ispezionando i fori lasciati dai chiodi usati per fissare la tela sul telaio originale e visibili solo sul retro è risultato chiaro che questi siano stati coperti da Savini con lo stucco, ancora visibile, sul lato ‘nobile‘ della tela nel momento in cui si apprestava a realizzare il ritratto di Teresa Vignola.

Dunque si può affermare che l’artista si sia inizialmente dedicato al verso della tela raffigurante la figlia Laura in piedi davanti ad una parete, forse sotto un portico, mentre alle sue spalle si delinea il riflesso della luce che proviene frontalmente da un’apertura a lunetta (fig.4).

Il colore viene steso con moderazione, quasi con parsimonia. Le campiture sono ben definite, la materia pittorica sottile, senza spessore, le pennellate sono regolari e le superfici nette. Solo le forme astratte, che descrivono la parete di fondo sbrecciata, appaiono veloci e corpose (fig.5).

In un secondo tempo, e come anticipato precedentemente a seguito della commissione avuta probabilmente dall’amico Filippo Nereo Vignola, esegue, sul lato libero della tela, il ritratto di Teresa.

In questo caso l’artista dipinge una superficie più ampia nel senso della larghezza. La tecnica pittorica appare di tutt’altra natura: le pennellate di colore si presentano ricche di materia ed i colori saturi e vibranti. In seguito la cornice originale viene sostituita con quella attuale, più stretta; la tela viene ridotta nelle sue dimensioni, il telaio sostituito e arrangiato con un altro, scelto dall’artista. È infatti ancora riconoscibile la tavolozza di colori presente sulla superficie del legno. A causa del ridimensionamento del telaio originale, una porzione laterale dello sfondo del ritratto di Teresa Vignola con la vegetazione e i limoni viene ad essere occultata, ripiegata all’interno del nuovo telaio (fig. 6 e 7).

Rimane oscuro e incerto il motivo per il quale l’artista abbia riutilizzato una tela precedentemente dipinta per la realizzazione di un’opera rilevante come il ritratto della figlia di Filippo Nereo Vignola, personalità in vista nella Verona dell’epoca, con cui Savini aveva un rapporto di familiarità per motivi professionali e di amicizia.
Tra le ipotesi, si dice che Teresa conoscesse Laura e che quindi le facesse piacere che il suo ritratto includesse anche quello dell’amica sul retro.

 


 

Note 

1. Conosciuto come pittore, poeta, studioso, assistente alla Direzione del Museo Civico di Verona e presidente dell’Accademia Cignaroli ai tempi delle mostre ‘Pro Assistenza Civica‘. 

2. In occasione delle sue nozze, il padre Filippo Nereo diede alle stampe un piccolo libello, oggi conservato presso la Biblioteca d’Arte del Museo di Castelvecchio di Verona, nel quale raccolse alcune sue poesie e una dedica personale in apertura.

3. L’anno in cui si tenne la prima Esposizione Pro Assistenza Civica, costituisce il termine ante quem per la datazione, mentre quello post quem emerge dalla stessa biografia dell’effigiata, ricostruita attraverso le ricerche condotte presso l’Archivio di Stato di Verona.

4. Il ritratto è ricordato con lo stesso titolo nell’articolo L’Esposizione d’Arte “Pro Assistenza Civica” di Lionello Fiumi, Museo Civico, 7 aprile-10 maggio 1918, sala II, Mostra del Ritratto, p. 14, opera n. 14. Il ritratto è ricordato con lo stesso titolo nell’articolo L’Esposizione d’Arte “Pro Assistenza Civica” di Lionello Fiumi, apparso su L’Adige (9-14 aprile 1918). 

5. Mostra commemorativa di Alfredo Savini, catalogo della mostra, Presentazione di G. Brugnoli, Bologna, 1974, p.17, n. 20, fig. 7.

6. Felice Casorati a Verona, catalogo della mostra, a cura di S. Marinelli, Milano, 1986, p.108.

7. Scheda OA, catalogazione Soprintendenza Galleria d’Arte Moderna Palazzo Forti di Verona, 1994 (alla voce OSS. si legge: «La figura ritratta era la moglie del pittore Giuseppe Miolato». In realtà Miolato, allievo di Savini, si chiamava Gaetano ed effettivamente sposa Emilia Vignola nel 1911). 

8. G. P. Marchini, Savini Alfredo, in Dizionario biografico dei Veronesi, a cura di Franco Maria Viviani, Verona, 2006, vol. II, pp. 738-740.

9. Liberty. Uno stile per l’Italia moderna, catalogo della mostra, a cura di F. Mazzocca, Milano, 2014, p. 317, n. 258.

10. A. Cibin, Filippo Nereo Vignola. Dipinti inediti e novità documentarie, in Verona Illustrata, n. 34, 2021, pp. 153-166.

11. L’identificazione della giovane è stata rintraccia dalle numerose fotografie rinvenute nel Fondo Savini, conservato presso l’Archivio Diocesano di Verona. 

12. Ipotesi sulla genesi dell’opera Patrizia Nuzzo, Curatrice Responsabile, Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea, Galleria d’Arte Moderna di Verona.

 


 

Alice Piazzi

Alice Piazzi si laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Università di Bologna e, durante il terzo anno della triennale, ha preso parte allo scambio con l’Università degli studi della Repubblica di San Marino frequentando i corsi della facoltà di Comunicazione e Digital Media. 

Attualmente è studentessa al secondo anno del corso di laurea magistrale in Digital Humanities and Digital Knowledge presso l’Università di Bologna.

 


Bibliografia

Sinigaglia Francesca & Ilaria Chia (a cura di), Dinastia Savini, catalogo della mostra presso Museo Ottocento Bologna, Bologna, 18 ottobre 2024 – 5 maggio 2025, Museo Ottocento Bologna, 2024.

Patrizia Nuzzo, Il silenzio risonante di Alfredo Savini, in Dinastia Savini, catalogo della mostra presso Museo Ottocento Bologna, a cura di Sinigaglia Francesca & Ilaria Chia, (Bologna, Museo Ottocento Bologna), 18 ottobre 2024, pp. 230-246. 

Fig. 2, AlfredoSavini, Ritratto della figlia (verso) 1913-1915, Galleria d'Arte Moderna Achille Forti, Verona.
Fig. 6, Dettaglio Ritratto della figlia
Fig. 7, Dettaglio Ritratto della figlia verso